Fermati
un poco, lascia questa agitazione e questo correre senza senso che riempie
l’anima dell’amarezza di sentire che non si arriva mai da nessuna parte.
Fermati,
lascia questo obbligo di vivere in modo accelerato, che disperde, divide e
finisce per distruggere il tempo della famiglia, il tempo dell’amicizia, il
tempo dei figli, il tempo dei nonni, il tempo della gratuità… il tempo di Dio.
Fermati
un poco davanti alla necessità di apparire ed essere visto da tutti, di stare
continuamente “in vetrina”, che fa dimenticare il valore dell’intimità e del
raccoglimento.
Fermati
un poco davanti allo sguardo altero, al commento fugace e sprezzante che nasce
dall’aver dimenticato la tenerezza, la pietà e il rispetto per l’incontro con
gli altri, specialmente quelli vulnerabili, feriti e anche immersi nel peccato
e nell’errore.
Fermati
un poco davanti alla compulsione di voler controllare tutto, sapere tutto,
devastare tutto, che nasce dall’aver dimenticato la gratitudine per il dono
della vita e per tanto bene ricevuto.
Fermati
un poco davanti al rumore assordante che atrofizza e stordisce i nostri orecchi
e ci fa dimenticare la potenza feconda e creatrice del silenzio.
Fermati
un poco davanti all’atteggiamento di fomentare sentimenti sterili, infecondi,
che derivano dalla chiusura e dall’auto commiserazione e portano a dimenticare
di andare incontro agli altri per condividere i pesi e le sofferenze.
Fermati
davanti al vuoto di ciò che è istantaneo, momentaneo ed effimero, che ci priva
delle radici, dei legami, del valore dei percorsi e di saperci sempre in
cammino.
Fermati.
Fermati per guardare e contemplare!
- Papa Francesco -
omelia 14 febbraio 2018
Che il Signore ci benedica, ci custodisca e ci protegga! Amen.
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