Per
la Settimana Santa, una bella meditazione di papa Benedetto XVI sull' "Altare
di Isenheim" di Matthias Grunewald:
"L'immagine di Cristo crocefisso, che sta al centro della liturgia del
venerdì santo, evidenzia tutta la gravità della condizione umana, della miseria
e delle necessità dell'uomo, del peccato. Ciò nonostante, lungo i secoli della
storia della Chiesa, quell'immagine è stata costantemente percepita anche come
segno della consolazione e della speranza. L' "Altare di Isenheim" di
Matthias Grunewald - forse la più emozionante raffigurazione della croce di
tutta la cristianità d'ogni tempo - si trovava in un convento degli antoniti,
nel quale erano assistite le persone colpite dalle più terribili epidemie da
cui era stato funestato l'Occidente nel tardo Medioevo. Il crocifisso è
rappresentato come uno di loro, tormentato dal più oscuro male di quel tempo,
da bubboni di peste diffusi su tutto il corpo. In lui si è compiuta la parola
del profeta: egli è coperto delle nostre piaghe.
Davanti a questa immagine, i monaci pregavano insieme agli infermi, che
trovavano consolazione sapendo che in Cristo, Dio soffriva con loro. Guardando
a questo dipinto, i malati si riconoscevano, proprio in virtù della loro
infermità, una cosa sola con Cristo crocifisso che, come oppresso, si
identificava con tutti gli oppressi della storia; essi sperimentavano la presenza
del Crocifisso nella loro croce e si rendevano conto che la loro necessità li
aveva condotti a Cristo e così nell'abisso della misericordia divina,
sperimentando in questo modo la sua croce come loro redenzione.
Un profondo equivoco oggi ha colto molti uomini a proposito di questa
comprensione della redenzione. Seguendo Marx, essi considerano il conforto
celeste, in questa valle di lacrime terrena, come un inganno lusinghiero che
non migliora alcunché bensì perpetua la miseria del mondo e, quindi, alla fine,
torna a profitto solo di coloro ai quali preme il mantenimento della situazione
presente. Al posto dell'inganno della lusinga, essi esigono quella
trasformazione che elimini la sofferenza e perciò redima. La parola d'ordine è:
non redenzione mediante la sofferenza, ma redenzione dalla sofferenza. Di qui,
il compito fondamentale che ci attende non è l'apertura e l'attesa dell'aiuto
di Dio, bensì l'umanizzazione dell'uomo ad opera dell'uomo."
- Papa Benedetto XVI -
(da "Dogma e predicazione", pp. 277s)
Silenzio
Splende nella maestà del tuo martirio
d'una perfetta dedizion la luce;
rassegnazione - libertà assoluta -,
con «La tua volontà. sia fatta!» veste
d'uno splendente velo il tuo patire.
Silenzio, nudità, riposo, notte
T'avvolgono, Gesù, come vegliando
la morte tua; nudo si tace Iddio
e muto nella tenebra. Il fedele
silenzio solo s'ode del tuo Padre:
s'ode il richiamo dell'amor che invita
con un sussurro al dolce nostro nido,
nido ch'è fatto delle braccia tue
distese sulle tenebre, ove il sole
sorge ad illuminar la nostra vita!
- Miguel de Unamuno -
da: Il Cristo di Velazquez, p. 68
da: Il Cristo di Velazquez, p. 68
Preghiera e digiuno
Chiniamo il capo e aspettiamo in preghiera......
il Signore non si farà attendere......
Buon Venerdì di Quaresima a tutti :-)